Le origini della scrittura
- Appartenenza oggetto
- Altrui
- Categoria
- Disegno
- Nazione, Regione, Provincia
- Italia, Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria
- Città
- Bivongi
- Luogo di conservazione
- Palazzo
- Luogo di collocazione
- Museo AM arte contmporanea
- Collezione
- Collezione AM
- Materia e tecnica
- carta/ pennarello
- Autore
- Parentela Mario
Descrizione breve
Nella collezione della Pinacoteca particolare rilevanza riveste l'opera "Il grande Disco": 30 formellein terracotta disposte in falsa spirale fino a costituire un disco di 3 metri di diametro. L'idea iniziale è stata quella di mettere insieme talune individualità artistiche impegnate nell'ambito di ricerche sulla scrittura visuale o di una pittura fortemente segnica che operavano prevalentemente in Calabria ; diciotto artisti di fama, si sono così ritrovati a dare il loro contributo creativo per disegnare le 30 formelle che compongono il disco. Tra questi, Mario Parentela.
La materia ha sempre affascinato l’artista Parentela, che ha cercato nell’opera sempre fisicità e ‘tatto’. E così, nella tesi finale di Anna Mercurio dell’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro su Mario Parentela, ‘Segni Di – segni poetici’, relatore il professore Andrea Romoli Barberini, Parentela dice: ‘Ci sono per esempio cose che io recupero, come i ‘mustazzoli’, le ceramiche, ma anche oggetti del quotidiano che faccio interagire. Nell’opera ‘Catanzaro: reliquie’ c’è l’osso del mio bollito recuperato per caso, usato come reliquia e legato insieme ad una terracotta con l’iscrizione ‘Catanzaro’, ad una conchiglia e ad un pezzo di legno che avevo in casa; in un determinato contesto, cioè in questo, la sommatoria di questi elementi alla fine ha partorito l’opera nel suo insieme’.
La vicenda artistica di Parentela tra il ’72 e il ’74 si intreccia con l’esperienza creativa e culturale dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. ‘Entro in contatto – spiega l’artista – con il gruppo Continuum di Napoli, con l’arte poetica verbo visuale, in particolare con Luciano Caruso, Enrico Bugli, Stelio Maria Martini’. ‘La nostra è stata un’operazione di contaminazione ed unificazione di tutte le arti. La scrittura, la pittura, la musica, la poesia, si incontrano e diventano tutt’uno. Perché ci sia questa contaminazione ogni artista ‘azzera’ il suo linguaggio’. Si dà valore al segno, al simbolo. Nascono allora i ‘libri-oggetto’, i manifesti murali, l’arte si mischia a tutto quello che la tecnologia offre, non ci consideravamo in un certo senso più nemmeno artisti ma ‘operatori’ nella Avanguardie. Mario Parentela inventa allora la ‘pittura scrittura’, uno dei suoi periodi artistici che lo caratterizza più fortemente e oggi esposta a Milano tra i contributi al Novecento degli artisti contemporanei.
Negli anni ’70 le Avanguardie artistiche ‘destrutturano’ la realtà fino alla tabula rasa, negli anni ’80 le arti figurative tornano all’ordine. ‘Ma con la pittura scrittura – si racconta l’artista nel suo studio – nello scrivere e riscrivere su un’opera anche con nove colori diversi, a un certo punto il colore si satura. E’ un’operazione di ‘assommare’ che poi porta a dover ricreare qualcosa di nuovo per forza ripartendo da zero’.
E l’artista si concentra allora su nuove esperienze. ‘L’arte è un processo di creazione continua, a un certo punto dalla scrittura recupero l’oggetto e arrivo alla scultura – scrittura. Il colore mi sta stretto. La colatura del colore che si somma diventa nera….’.
Bibliografia
Utopie ( a cura di) AM International Associazione Culturale, AM Edizioni, Bivongi, 1996, pp.66-67.